Si puo’ galoppare in sospensione elastica sulle staffe (o “sull’inforcatura”, come si dice anche, scorrettamente) o seduti.
Nel primo caso si e’ in equilibrio sulle staffe, che sono la base,
nel secondo caso sulle natiche, che sono a loro volta la base.
Nell’ultimo caso la staffa porta il solo peso della gamba. Il resto del
peso, la maggior parte, e’ scaricato sulle natiche, quindi sulla sella,
con un'unica articolazione funzionante (in modo molto ridotto) tra peso
del busto e base, quella coxo-femorale.
Nel primo caso tre
articolazioni (coxo-femorale, del ginocchio, della caviglia)
ammortizzano i movimenti del busto e rendono l’assetto “leggero”. Il
peso del cavaliere rimane sempre lo stesso, ma e’ ammortizzato dal gioco
di chiusura e di apertura delle tre articolazioni. Se ben fatto, in
accordo con l’andatura del galoppo, questo gioco rappresenta un sollievo
per il cavallo e anche per il cavaliere, il quale, a sua volta,
ammortizza le reazioni provocate dall’andatura e sopporta meglio un
galoppo prolungato. In campagna, in un cross del concorso completo, in
una corsa piana o a ostacoli, un buon cavaliere sceglie il primo
assetto. La staffatura si accorcia. Il busto va inclinato in avanti in
rapporto alla velocita’. E’ bene osservare i movimenti del busto di un
buon fantino (Dettori, per esempio) in dirittura di arrivo. Non e’ vero
quello che si sente dire da cavalieri e istruttori non competenti, che
l’assetto leggero porta un eccessivo peso sulle spalle. Un cavallo che
allunga l’andatura del galoppo porta necessaria mente piu’ peso verso
l’avantreno e il cavaliere si comporta di conseguenza. L’importante e’
che il cavaliere sia in accordo con il cavallo. Il cavallo impegna
maggiormente il posteriore e trova il suo equilibrio.
Quando
si lavora in piano, siccome e’ di primaria importanza l’uso degli aiuti
(gambe, mani, peso del corpo), si galoppa sollevati. E’ anche un fatto
estetico. Nel galoppo seduto le gambe possono agire liberamente, mentre
nel galoppo sollevato la gamba, avendo una maggiore funzione di
sostegno, e’ limitata nelle possibilita’ di movimento. Ma non e’ detto
che in lavoro si debba sempre galoppare seduti. Con un cavallo sportivo
(salto, concorso completo), per esempio, per controllare la rispondenza
del cavallo negli allungamenti e nei rallentamenti, si passa dal galoppo
seduto a quello sollevato aumentando la velocita’ dell’andatura, ci si
siede per rallentare e fermare.
Andando a saltare e in
percorso come si monta? La nostra monta (quella tradizionale italiana di
derivazione caprilliana) e’ sollevata. Si puo’ fare tutto un percorso,
anche grosso, rimanendo in equilibrio sulle staffe, sedendosi, piu’ o
meno o niente, nelle girate e questo fatto dipende anche dal cavallo che
si monta. Con un cavallino leggero, di non molti mezzi (com’era per
esempio Pagoro, m 1.56 al garrese, cavallo che lei non credo possa aver
visto), si monta in equilibrio sulle staffe, facendo attenzione a non
infastidire la schiena con le natiche. Con un cavallo grande e potente
si puo’ stare seduti, ma e’ anche possibile montare “leggero”.
Non e’ vero che, sedendoci, il cavallo aumenta “di conseguenza” la
velocita’ “perche’ si sente caricato sulla schiena”. Anzi, il
raddrizzamento del busto, tipico del galoppo seduto, e’ in genere, in un
cavallo lavorato per bene, un invito al rallentamento.
I
grandi cavalieri italiani di un tempo (quelli di prima dell’ultima
guerra e dopo: i d’Inzeo, Salvatore Oppes, Mancinelli, d’Oriola e i
Francesi, anche i Tedeschi, Winckler, Thiedemann, Ligges, gli
Statunitensi, ecc.) galoppavano in equilibrio sulle staffe. I percorsi
non erano piu’ facili e gli ostacoli piu’ bassi, come erroneamente si
crede e si sente dire o si legge. I percorsi delle occasioni importanti
(coppe delle nazioni, gran premi, olimpiadi, campionati del mondo) erano
grossi e difficili come oggi. I larghi erano veri larghi, non come
quelli dei percorsi di Piazza di Siena di quest’anno. Ho visto di
persona Piero d’Inzeo vincere su grossi percorsi al chiuso montando
sulle staffe. Raimondo d’Inzeo ha vinto la medaglia d’oro nell’olimpiade
di Roma su Posillipo, cavallo di media statura e leggero, montando
“leggero”. Il cavallo non avrebbe tollerato una monta diversa.
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